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Premio Caccuri 2016

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Pierluigi Battista con Mio padre era fascista (Mondadori), Edoardo Boncinelli con Noi siamo cultura (Rizzoli) e Gianluigi Nuzzi con Via Crucis, edito da Chiarelettere, sono i tre finalisti del prestigioso Premio Letterario Caccuri, che quest’anno fra l’altro festeggia il primo lustro di vita. La terna è stata resa nota dallo storico e scrittore Giordano Bruno Guerri, presidente delle giurie del Premio, durante la presentazione ufficiale della V edizione, tenutasi  sul Garda, presso il Vittoriale degli Italiani di Gardone. Le tre opere prescelte saranno sottoposte al giudizio della giuria tecnica nazionale e di quella composta da 80 Accademici Caccuriani, il sodalizio culturale promotore dell’evento letterario che avrà luogo nel suggestivo borgo medioevale del Crotonese dal 7 al 10 agosto.
La Giuria nazionale è formata da trenta componenti, tra scrittori, giornalisti ed esponenti del mondo accademico-culturale.
Per quattro giorni, Caccuri, diventa così palcoscenico di dibattiti, incontri, confronti e approfondite analisi sullo stato della lettura in Italia. Una luce che irradia da Sud un Paese agli ultimi posti nelle classifiche mondiali per ore dedicate ai libri (sole 5,6 ore medie settimanali a fronte di una media mondiale di 6,5, stando allo studio realizzato dall’agenzia di mercato Nop World). Il tutto, in un contesto unico e particolarmente ospitale, ai piedi della Sila, in Calabria. Anche quest’anno, come nelle precedenti edizioni (vinte da Pino Aprile, Roberto Napoletano, Barbara Serra e Claudio Martelli) sono in programma moltissimi ospiti illustri che, insieme ai tre finalisti, riempiranno di contenuti le quattro serate calabresi. Serate dense di tanto altro ancora: dal teatro dialettale alla poesia in vernacolo, dal cabaret a veri e propri festival per bambini; dal teatro d’autore alla saggistica, dal giornalismo digital alla tecnologia, all’entertainment, ecc. Una miriade di manifestazioni che, per l’intero mese di agosto, faranno di Caccuri l’«Edimburgo italiana».
«Noi crediamo che con la cultura si possa fare economia e che, lavorando nelle scuole, come già facciamo, si possano creare validi stimoli per avvicinare i giovani alla lettura», sottolinea il presidente dell’Accademia dei Caccuriani, Adolfo Barone. E il presidente delle giurie Giordano Bruno Guerri aggiunge: «Essere caccuriani vuol dire sentire proprio quel territorio per scelta, non per nascita. Chi pensa che la cultura non possa essere una risorsa di crescita, anche economica, si sbaglia. Il premio Caccuri lo dimostra»!
L’altra Calabria – http://www.laltracalabria.it